Una Milano semideserta è cornice per uno scambio di vedute con una persona che si occupa di politica. L’incontro è già stato organizzato da tempo ma fa sempre un certo effetto sedersi attorno a tavolini e, oltre che ascoltare parlare, noi che di solito facciamo parlare immagini.
Dopo non molto si arriva al nocciolo della questione, la politica appunto… cosa è oggi la politica?
Parlando a nome nostro senza essere megafono di un fronte troppo eterogeneo per avere portavoce (e che ha già rappresentanti folgorati sulla via di Damasco) facciamo intendere che la politica non sia più richiamo per molti che in questa epoca covid si sono trovati soli e che secondo noi è già sorto un movimento post-ideologico, ovvero oltre gli steccati destra-sinistra sopra-sotto, che hanno accompagnato l’Italia e il mondo prima della frattura avvenuta appunto due anni fa.
Le argomentazioni dell’interlocutore sono per la necessità di essere ancora “politica”, quella sana, quella seria, ma soprattutto quella che porta l’elettorato a essere ancora parte decisionale per gli interessi del paese, con un solo sistema: quello elettivo.
Il punto è questo: la politica per come la conosciamo è ancora espressione dei cittadini o espressione ‘di altri’?
Le parti si scambiano opinioni con una difesa a oltranza, vero e proprio atto d’amore di ciò che è l’atto politico ovvero scegliere i propri referenti per il nostro interlocutore; per contro la refrattarietà di chi vorrebbe un cambiamento epocale nel modo di decidere e di rappresentare ciò che è attorno a noi.
“To be or not to be?”. La politica in fondo data per morta a ogni epoca è resuscitata e le basta, con un misero terzo del reale movimento pensante paese, portare a casa il risultato e arrivederci tra quattro anni; dunque è sirena incantatrice (persino chi l’avversa spesso ne ha fatto parte in passato), ma per gli altri è la sola via?
Le parti, colloquiando, riconoscono che chi ci rappresenta non è idoneo e il vassallaggio a cui siamo sottoposti nei confronti di poteri terzi ha raggiunto livelli grotteschi,  ma per chi ci è di fronte la strada maestra è ancora scegliere cosi, estremo atto d’amore per chi crede davvero in ciò che sempre ha fatto.
C’è tempo per riflettere ma c’è chi chiede persone nuove e soprattutto nuove regole, al pari con una nuova società. Se dovessimo scommettere un gettone su una delle due opzioni, la classica superfavorita e quella più audace, non avremmo dubbi sulla puntata… Questo non l’abbiamo detto anche se interlocutore l’ha capito comunque.
Il giorno dopo l’incontro il convincimento è più forte: opzione numero due, l’ignoto dei nostri sgangherati pressapochisti e senza rappresentativa alcuna nel paese ma con un potenziale mai visto da decenni, anche se ancora non si manifesta.

🏴󠁧󠁢󠁥󠁮󠁧󠁿

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